I LICENZIAMENTI DEI PUBBLICI DIPENDENTI SI AVVICINANO. NON GIRIAMOCI DALL’ALTRO LATO.

licenziamentoGià in una condizione normale le tutele di un settore sono viste dagli altri settori come un intollerabile privilegio, figuriamoci quando si vive da anni una fortissima crisi economica, dove la mobilità e la cassa integrazione è la normalità nel privato e una barzelletta nel pubblico.

E la illicenziabilità dei dipendenti pubblici sarà la nuova frontiera per accaparrarsi consenso politico nel 2015.

Ormai sono in molti che vedono il fatto di porre le condizioni per licenziare il dipendente pubblico come il dipendente privato sia la nuova frontiera del consenso elettorale.

Ed è principalmente per questo che ci si arriverà, o almeno ci si andrà molto vicino, se pensiamo che a Berlusconi risultò impossibile abolire l’articolo 18 che vietava i licenziamenti privati al di sopra dei 15 dipendenti mentre oggi si parla senza tabù di licenziamenti nel pubblico.

E di fronte alla maggioranza dei lavoratori che opera ad altissimo rischio licenziamento, la minoranza composta da pubblici dipendenti, non è ancora cosciente che non dispone più di vantaggi e delle coperture necessari.

Per dirla in breve, il mondo politico non intende più rischiare l’impopolarità proteggendo i dipendenti pubblici dall’inserimento di norme parallele per arrivare allicenziamento dei dipendenti pubblici inefficienti. Se una segretaria di Milano può essere licenziata dal titolare in due minuti, se anche un operaio della Fiat può essere licenziato con comodo indennizzo, ebbene non appare a nessuno più socialmente accettabile, né concepibile, che altrettanto non possa avvenire a chi lavora nel pubblico.

Soltanto noi impiegati pubblici crediamo ancora alle favole di qualche sindacato che ha sempre gestito il potere e non può assolutamente mostrare la sua impotenza, pena il calo verticale del consenso, oppure facciamo finta di stare su un altro pianeta e che la questione, seppur possibile, non ci riguarda personalmente.

Ma la politica ha fiutato l’aria, e Renzi prima di tutti. A tal proposito il caso dei vigili urbani di Roma, malati all’87% il giorno di capodanno, è un buon alibi per rafforzare il concetto. Il giro di vite contro di noi sta per passare a furor di popolo. Tutto il popolo non dipendente pubblico invocherà il licenziamento degli statali così come nella rivoluzione francese si invocava la ghigliottina per i nobili.

Noi non vogliamo rispondere come Maria Antonietta alla richiesta del popolo francese, crediamo che il sindacato debba promuovere la messa in discussione delle professionalità, delle procedure e dei comportamenti per riportare il pubblico impiego nella contemporaneità della crisi prima altre forze intervengano solo in cerca di un facile consenso elettorale.

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Redazione
Segreteria

21 Risposte a “I LICENZIAMENTI DEI PUBBLICI DIPENDENTI SI AVVICINANO. NON GIRIAMOCI DALL’ALTRO LATO.

  • Arriveremo al punto che nel pubblico si assumerà per inserzione e selezione senza concorso…..
    Tubita Rosanna

  • Dopo 37 anni di lavoro nel pubblico continuo ad affermare che la licenziabilità dei dipendenti pubblici è un falso problema. I veri problemi sono la mancanza di regole certe che causa, nel pubblico, il morbo del “ servilismo “ che nel privato è ridotto.Nel pubblico se le cose vanno male la colpa è sempre dei dipendenti che non possono essere mai licenziati, e non dei dirigenti che non sono all’altezza del loro compito e che sanno sempre e solo rispondere ai loro referenti “ assicurasi adempimento “. Aggiungiamoci pure i sindacati che , lungi dal difendere i dipendenti pubblici, preferiscono parlare dei loro privilegi. Io ho avuto l’esperienza personale di non avere riconosciuto interessi e rivalutazione su importi arretrati di una certa importanza sulla base di una norma, che riguarda solo i dipendenti pubblici, del 1995 e approvata per i problemi finanziari dello stato. Non mi sembra che i problemi finanziari siano per i privati una causa di esclusione dei pagamenti dovuti, cosi come non lo sono dei mancati rinnovi contrattuali ( ci vuole coraggio a chiamarli contratti vista la loro definizione giuridica).Concludendo vogliono applicare la licenziabilità anche ai dipendenti pubblici ? Ben venga, a patto però che vengano esercitate tutte le forme di tutela economiche e pensionistiche previste per i dipendenti privati . P.S. Tutti i quotidiani, sulla scia di quanto successo a Roma, hanno pubblicato le statistiche delle assenze dei dipendenti pubblici e privati, andate a leggerli con la dovuta calma e poi provate a rammentare , alla massa dei nostri pseudo giornalisti, che la matematica non è un’opinione e che i numeri non tradiscono e rammentando loro che le leggi, che oggi regolano il rapporto di lavoro pubblico, sono state scritte dalle stesse persone che oggi sanno solo dire che sono sbagliate e che vengono applicate malgrado, essendo il contratto scaduto, la loro validità sia tutta da discutere.
    Rosario Trusiano

  • Provate a vederla da un’altra ottica, diciamo che è per colpa sia di questo 87% di vigili urbani, anzi, polizia municipale, che si sono ammalati tutti il 31/12….guarda caso, così come negli anni passati tantissimi nostri colleghi hanno avuto la sfortuna di ammalarsi dopo le ferie, a Natale, Capodanno, Pasqua e nei mesi estivi. Ed è a loro che dobbiamo dire grazie se molte cose conquistate negli anni ci sono state tolte a scapito di moltissime persone “oneste” che anche ora avrebbero bisogno delle cose che ci hanno tolto e che sono costrette a prendersi ferie e permessi per curarsi o assistere i loro cari. Sono nell’amministrazione da 30 anni quindi ne ho viste, non fatevi sentire a suon di slogan solo prima del rinnovo delle RSU…….vi ricordo anche che da anni anche il nostro contratto prevede per alcune mancanze il licenziamento! Buon 2015
    Rolle Adele

  • Ed il sindacato cosa pensa di fare ?già da tanti anni abbiamo il contratto scaduto ma io iniziativi non ne vedo,
    Giuseppe Vario

  • Condivido l’analisi UGL in merito alla probabile prossima manovra di questo governo in tema di licenziabilità degli statali in una sorta di piena di parità con il settore privato. Non possiamo resistere ad un piano preordinato che incontra il favore dell’opinione pubblica ! Riuscirà celermente a Renzi quello che non era riuscito a Brunetta malgrado il suo attacco ai fannulloni sistematico e forse anche meno scandalistico e impreciso di quello attuale (si pensi al dato dell’86% di assenti che secondo altri fonti sarebbe stato “erroneamente” calcolato sul numero di tutti i vigili e non già sul numero dei dipendenti che avrebbero dovuto prestare servizio la sera del 31 dicembre).I processi ineluttabili vanno guidati (per limitarne i danni ingiusti ) più che infruttuosamente contrastati. Ma sia ben chiaro che il compito del sindacato in questa fase è però quello di eliminare contestualmente le penalizzazioni che il pubblico impone ai suoi dipendenti anche se esse derivano da patti ancestrali ( io ti pago meno tu puoi assentarti di più e pazienza se così scarichi il lavoro su quegli “sprovveduti” che sono in prima linea o credono al proprio ruolo ). Qualche esempio: contratti non rinnovati da 2 o 3 trienni con conseguente blocco ( in alcuni casi riduzioni )degli stipendi ; ferie non godute cancellate d’autorità e non pagate ; straordinario pagato in limiti esigui rispetto a quello che necessità e ad un importo offensivo, necessità di anticipare le spese per missioni già a partire dal mese di febbraio, emolumenti aggiuntivi della retribuzione corrisposti con risorse dei dipendenti stessi . Temo che le diversità negative segnalate non siano le più gravi ( sbaglio o siamo penalizzati anche per l’età pensionabile?) ma lascio a voi la disamina dei casi .Visto ,inoltre,che occorrerà trattare con la PCM sarebbe il caso di avviare un discorso sulla molteplicità di retribuzioni vigenti per le medesime attività svolte almeno nel comparto Ministeri ( consta al premier e al ministro per la funzione pubblica che un dipendente della PCM percepisca una retribuzioni superiore anche più del 50% rispetto al pari livello di un ministero “meno nobile” ?). In sintesi non facciamo (o non limitiamoci a ) belle manifestazioni di piazza ché potrebbero essere perdenti in partenza ( data anche l’aria di caccia all’untore e la celerità con la quale questo governo sforna decreti legge non sempre ben ponderati ) ma poniamo sul piano delle trattative l’eliminazioni di situazioni di sfavore che il dipendete pubblico ha rispetto al privato e l’avvio del processo di “normalizzazione ” del trattamento fra categorie omogenee di dipendenti pubblici .
    Emilia Masiello

  • Se si vuole parificare il lavoro pubblico al lavoro privato è necessario parificarlo sin dall’inizio con l’abolizione dei concorsi.
    Teresa Leonetti

  • Per quale motivo recondito noi dobbiamo sempre essere difesi ad oltranza? Sono anch’io un dipendente statale. Lavoro a Taranto presso l’Arsenale M.M. Non mi ammazzo di lavoro, ma comunque svolgo il mio con precisione e puntualità. Mi sono procurato una causa di servizio per lavorare sui ponteggi delle uu. nn., molte volte con il vento e con il freddo, soprattutto quando capitava un’emergenza che, in tempi oramai remoti, capitavano un giorno si e l’altro pure. Si lavorava in spazi angusti dei sommergibili, o anche degli stessi ponteggi, in posizioni da contorsionisti tanto da crearmi un’ernia discale e due protusioni. Il più delle volte mi toccava lavorare per due o anche per tre, proprio per sopperire alle continue assenze di certi personaggi che non vanno lodati. Lavoro nel campo elettronico delle comunicazioni, ed i miei colleghi, dopo oltre un trentennio dalla loro attività, ancora non conoscono la differenza tra una radio funzionante in VHF da una in UHF. Però sono i primi a lamentarsi se il FUS è scarso oppure se lo pagano in ritardo, appunto come sta accadendo oggi. Questo benedetto FUS che per essere distribuito a pioggia, ha per anni premiato questi signori che sono stati, letteralmente, la nostra rovina. Persone che hanno offeso e vilipeso il ruolo dei dipendenti pubblici e sinceramente proprio non mi va di difenderli ancora. Con la crisi in cui viviamo non mi pare giusto che questi siano invece sempre coperti dal lenzuolo statale: il pubblico impiego va assolutamente riformato, cominciando dall’alto per scendere via via ai livelli inferiori.
    E ciò potrà succedere soltanto se queste persone, o si rendono capaci e vogliosi di fare il loro dovere, oppure ritengo giusto che siano buttati fuori a calci, soprattutto per difendere i veri diritti di quelli, come me, che in 37 anni di servizio, ho svolto sempre il mio dovere. Del reparto (tlc/inf.) di cui faccio parte, almeno una decina di persone sono delle vere zavorre, non servono a nulla, qualcuno di loro a malapena sa tenere un cacciavite in mano. Non so negli altri reparti come sia la situazione, ma penso che rispecchi tutto il comprensorio: e vogliamo ancora difenderli?
    Per dirla alla Scalfari: non ci stò! Non posso passare io, essendo uno statale, per il solito lavativo nullafacente, sono stanco di questa storia.
    Alcune volte mi sono lamentato anche con la RSU, ma non ho ottenuto nulla anzi, queste persone sono proprio protette dai sindacati che, per non perderne la tessera, li accontentano in tutti modi, iniziando proprio dal FUS regalato a pioggia.
    Si parla sempre di premiare il merito, ma questo merito, nel corso degli anni, non ha mai favorito veramente chi valeva. Si ricorda quando c’era l’art 14, poi l’art 37? Bene, moltissime schede di valutazione erano proprio a vantaggio di queste persone che si sono ritrovate con qualche soldo in più in busta paga, ma dando in cambio la solita tessera: il tutto alla faccia del merito!
    Ora io le chiedo: ma veramente nell’arco dei suoi anni lavorativi, non ha mai incontrato o incrociato certe persone? E quando le ha catalogate e giudicate, non le è mai passato per la mente che non meritassero tanta attenzione da parte di tutti i sindacati, sottolineo tutti?
    Sono un qualunquista? Non lo so, ma non mi sento di esserlo, sono soltanto una persona stufa di questo andazzo; quando in Italia abbiamo famiglie che a malapena riescono a fare la spesa, perché i capifamiglia hanno perso il proprio lavoro, mentre moltissimi dipendenti pubblici invece, sono la vergogna e la feccia del mondo del lavoro e vivono beatamente con pochi problemi.
    Saluti
    Giosuè Gagliano

  • In merito all’oggetto consiglio anche la lettura di questo articolo:

    http://www.lavoce.info/archives/32235/quanto-ci-si-ammala-nel-pubblico-impiego/

    Antonella Tabarrini

  • IO VOGLIO ESSERE LICENZIATO GRAZIE DIRETTORE AMMINISTRATIVO PROCURA CREMONA
    Mondini Giacomo

  • Tanto per non lasciar cadere nel vuoto l’appello e onde scongiurare il rischio che il silenzio – almeno di quella parte della categoria dei dipendenti pubblici cui mi sento di appartenere – sia interpretato come disinteresse e un ‘girarsi dall’altra parte’ invece che, qual è in realtà sfinimento causato dalla presa di coscienza di non poter combattere, ad armi pari e soprattutto in tempo reale, contro la perdurante, quotidiana campagna mediatica in atto contro la categoria, mi aspetterei:

    1) Dalla classe politica (nessuno escluso!) l’onesto ed aperto riconoscimento di aver causato essa stessa i mali ed i danni della Pubblica Amministrazione allorquando per interessi clientelari ed elettorali l’ha resa, nel tempo, un carrozzone o una ‘mucca da mungere’ riducendo la nobile ed alta funzione dei pubblici dipendenti a ‘merce di scambio’ fingendo,oggi, di scandalizzarsi per gli alti costi della macchina statale o per gli atteggiamenti ‘furbetti’ di quanti vi lavorano con l’unico o primario scopo di ottenere riconoscimenti, gratifiche, carriera. Contro questi danni e comportamenti da essa stessa determinati oggi, in modo spesso e volentieri strumentale,la classe politica alza la voce ergendosi, nella persona dei Governi succedutisi nel tempo e quindi anche di quello attuale, a ‘salvatore della Patria’ ?

    2) Dal sindacato (senza generalizzare ma anche senza distinzione di sigla!) di aver avuto tanta parte di responsabilità nell’attuale situazione, allorquando ha sempre difeso lo status quo, i diritti a prescindere dai doveri, la parità di trattamento laddove essa esprimeva e tuttora esprime la negazione del riconoscimento oggettivo di professionalità e merito e non certo volontà di discriminazione.

    In assenza di ciò, quanto oggi si denuncia dei mali della Pubblica Amministrazione è pura demagogia, strumentale a ben altri scopi che purtroppo verranno conseguiti anche grazie alle responsabilità/omissioni di cui sopra e le cui prime vittime saranno proprio quei dipendenti pubblici che ancora e malgrado tutto credono ed operano secondo l’alto e nobile concetto di Pubblica Amministrazione, che ad essa con onore si gloriano di appartenere, affrontando quotidianamente il proprio lavoro a testa alta e in grande solitudine a causa del dileggio e dello scherno che gli provengono da quella stessa classe politica e di governo da cui per prima dovrebbe essere difesa, tutelata e stimata.

    La storia insegna che paga sempre il Giusto per il peccatore e così sarà anche in questo caso: ai giusti però resta la consolante certezza di aver sempre agito con onestà, animati da ideali che mai tramontano nonostante la corsa alla mediocrità oggi tanto di moda e in forza di ciò, resta loro la possibilità di far sentire sempre e comunque la propria voce con la fierezza e libertà che solo chi non ha … scheletri nell’armadio può permettersi di utilizzare!

    Buon anno.

    M.Angela Giovinazzo

  • Speriamo …
    Bruno Papa

  • Bene, un altro comunicato che dei tanti che conosciamo.
    Ce lo dicono i media e il popolo ci lincia dal 2008. La cosa la paghiamo già da anni.
    Allora i sindacati, ai cui diamo i soldi della tessera, che intendono fare?
    Umberto Vecchioni

  • E’ quello che ci meritiamo dopo il caso dei vigili di Roma e non solo, difesi poi dai sindacati e da Grillo.

    Emanuela Casadei
    Servizio 2 – Entrate

  • E DA DIPENDENTE PUBBLICO DICO….. SAREBBE ORA CHE SI COMINCIASSE A LICENZIARE ANCHE NEL PUBBLICO IMPIEGO SE VOLETE VI FACCIO UN ELENCO!!
    MATTEO NON MOLLARE

  • Fino a quando non si potrà licenziare, pagare meno, demansionare ogni pubblico dipendente che lavora poco e male ritenendo di avere solo diritti e non seri e impegnativi doveri, i servizi ai comuni cittadini continueranno in Italia ad essere di pessima qualità a danno soprattutto dei più deboli e di chi ha veramente bisogno.
    Ci vuole una rivoluzione, eliminando migliaia di privilegi assurdi (orario 7.12, buoni pasto, missioni e straordinario dati senza validi motivi, ecc.) e costringendo gli impiegati pubblici a lavorare in maniera seria ed efficiente senza immensi tempi morti (pause caffè, chiacchiere nei corridoi, ecc.) e curando la qualità di quello che si fa, come avviene nel privato, dove chi lavora poco o male o fa il furbo può facilmente essere trattato come giustamente merita.
    E solo così i tanti dipendenti pubblici che invece lavorano seriamente potranno finalmente essere non più appiattiti coi fannulloni e gli imbroglioni ma al contrario valorizzati e rispettati.

    Salvatore Nasca

  • Purtroppo gli statali sono ormai nell’occhio del ciclone.
    Prima che sia troppo tardi perché non iniziare ad intraprendere forti iniziative contro il Governo Renzi?
    Si era iniziato, NEL MESE SCORSO, con uno sciopero generale ma SONO BASTATE delle semplici assemblee, peraltro andate quasi tutte deserte, oppure necessiterebbero ancora forti e più coinvolgenti iniziative sindacali magari con unO SCIOPERO GENERALE DEL SOLO PUBBLICO IMPIEGO?
    LEONARDO DE GREGORIO UTL UGL DI CHIETI

  • zorro
    9 anni fa

    Come si dice il pesce puzza dalla testa … se bisogna licenziare che inizino dai vertici ……

  • klement
    9 anni fa

    La libertà di licenziare è del tutto incoerente con l’obbligo costituzionale di nominare per concorso.
    Comunque l’ha già sparato Brunetta che licenziare un fannullone si può, ma non mi pare lo si sia fatto molto. E idem per la mobilità d’ufficio. La maggior parte dei dirigenti preferiscono il volemose bene, dichiarando che sono tutti bravissimi per distribuire incentivi e promozioni a cani e porci. Qualche demagogo forcaiolo potrà introdurre pure la pena di morte, che poi magari non verrà mai applicata.

  • E’ quello che si meritano i lavoratori pubblici che hanno votato Renzi che doveva rappresentare il nuovo, quasi rimpiango Berlusconi!!!
    Tanti sono convinti che le cose continueranno come sono sempre andate, purtroppo non sarà così! Chi parla è una dipendente statale da 38 anni in forza, che ha sempre dato tanto che è stata ripagata a pesci in faccia! Quando è stato ora di scioperare su 40 lavoratori presenti alla DTL di Reggio E. solo in 11 abbiamo partecipato. Forse è giusto accattivarsi il dirigente fare il meno possibile perché quello è il modo di fare carriera!

    • Max
      9 anni fa

      Ma Renzi non e’ stato votato da nessun cittadino italiano ”normale” o ”anormale”!

    • Corrado
      9 anni fa

      Sarebbe opportuno considerare che lo Stato licenziando, pone il lavoratore in una condizione di tutela (cassa integrazione o in qualsiasi modo vogliamo chiamarla) che è carico dello stesso Stato, mentre il datore di lavoro privato non ha questo onere aggiuntivo. Inoltre lo Stato, dovrebbe, proprio in quanto Stato garantire l’accesso al lavoro nel modo più imparziale, professionale e con le tutele migliori rispetto a qualsiasi contratto privato, proprio perché dovrebbe porsi al di sopra di tutti.
      E’ giusto licenziare chi si macchia di reati nella sua professione o ha uno scarso rendimento, ma dobbiamo ridisegnare la scala gerarchica e le modalità di giudizio. E’ giusto che l’imprenditore (che mette il capitale) possa licenziare chi non ritiene all’altezza della mission che si è prefissata, anche perché rischia il suo capitale. Ma chi può nello Stato licenziare, visto che il Dirigente è un dipendente egli stesso, siamo sicuri che la sua visione di rendimento coincida con il sentire comune oppure con quella del politico di turno?
      Smettiamola di piangere per una cosa che ormai è inevitabile e cerchiamo di contrattare l’abolizione di tutti i vincoli che noi abbiamo e gli altri no. Primo fra tutti la libertà di fare anche un doppio lavoro, visto che lo stop ai contratti sarà ancora lungo e lo stipendio langue.
      A livello sindacale bisogna ormai capire che fare sciopero non interessa più a nessuno. Lo stato risparmia lo stipendio, il disservizio lo creano solo alcune limitate categorie, altre assolutamente no. In più si accentua l’acredine della gente nei nostri confronti. Io darei volentieri la mia giornata di lavoro per un sindacato che usi questi soldi per strumenti più moderni che raggiungano le persone, per far capire quali sono le nostre ragioni (spot e spazi televisivi, internet, pagine di giornale ecc.).