TFS/TFR: è ora di dire basta ai ritardi. I diritti dei lavoratori pubblici non sono un’opzione

La Relazione di Verifica 2024 del Consiglio di Indirizzo e Vigilanza dell’INPS conferma ciò che Confintesa FP denuncia da anni: il pagamento del Trattamento di Fine Servizio (TFS) e del Trattamento di Fine Rapporto (TFR) continua a subire ritardi cronici e strutturali, che penalizzano gravemente i lavoratori pubblici al termine del servizio.
Nel solo 2024, le domande di riliquidazione sono più che raddoppiate, ma i tempi medi di liquidazione non mostrano miglioramenti concreti. I lavoratori attendono mesi o anni per ricevere quanto dovuto, mentre lo Stato paga milioni in interessi legali generati da disfunzioni organizzative che nessuno si assume l’onere di correggere.
Le amministrazioni pubbliche, responsabili dei ritardi nella trasmissione dei dati all’INPS, continuano a non rispondere delle proprie inadempienze. Lo stesso INPS ha avviato nel 2024 oltre 2.000 azioni di rivalsa nei confronti delle PA, ma resta il fatto che chi subisce le conseguenze è sempre il lavoratore.
A ciò si aggiunge la consueta proroga annuale del termine di prescrizione dei contributi previdenziali, necessaria perché le amministrazioni non versano tempestivamente quanto dovuto. Il danno, ancora una volta, non ricade su chi ha sbagliato, ma su chi ha servito lo Stato con correttezza.
Con la sentenza n. 130/2023, la Corte Costituzionale ha stabilito l’illegittimità del differimento del TFS per i lavoratori cessati senza pensione immediata. Eppure, la Ragioneria Generale dello Stato ha già dichiarato che non intende procedere ad alcuna modifica normativa, ritenendo l’impatto finanziario “insostenibile”.
Il precedente è noto: la sentenza n. 178/2015 dichiarò incostituzionale anche il blocco degli stipendi del pubblico impiego, ma la Corte ne escluse gli effetti retroattivi. Il diritto fu riconosciuto, ma neutralizzato nei fatti in nome della contabilità pubblica.
Una riflessione è inevitabile. Perché, di fronte a un arretrato che cresce ogni anno, non si rafforzano strutturalmente gli uffici pensioni nelle amministrazioni, dotandoli di risorse e personale in grado di garantire tempi certi e rispetto delle scadenze?
E soprattutto: com’è possibile che, in un sistema dove la responsabilità è formalmente condivisa, nessuno risponda davvero delle conseguenze subite dai lavoratori?
La verità è che quando la responsabilità è di tutti, troppo spesso non è di nessuno. E in questo vuoto, il diritto si svuota.
Per queste ragioni, Confintesa FP chiede che venga scritta la parola “fine” a questa lunga stagione di ritardi, omissioni e disinteresse. È indispensabile che la sentenza 130/2023 venga recepita con atti concreti, ponendo fine al differimento dei pagamenti del TFS/TFR e restituendo certezza ai lavoratori.
Occorre intervenire senza ulteriori rinvii, potenziando in modo strutturale gli uffici pensioni in tutte le amministrazioni pubbliche e garantendo il rispetto dei tempi previsti. È necessario che le inadempienze vengano individuate in modo chiaro e che chi ha responsabilità operative e istituzionali sia chiamato a risponderne. I lavoratori pubblici hanno diritto a ricevere quanto spetta loro nei tempi di legge.

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