Esonero contributivo per le madri lavoratrici: Confintesa FP sollecita il Governo sul decreto attuativo
Roma — Confintesa Funzione Pubblica interviene con decisione sulla questione dell’esonero contributivo per le lavoratrici madri, introdotto dalla legge di Bilancio 2025, ma ancora privo del necessario decreto attuativo. A cinque mesi dall’entrata in vigore della norma, infatti, non è stato ancora emanato il provvedimento interministeriale che dovrebbe definire nel dettaglio modalità, platea di destinatarie e limiti di spesa.
In una nota inviata oggi al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Marina Elvira Calderone e al Ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, il Segretario Generale di Confintesa FP, Avv. Claudia Ratti, ha evidenziato i disagi causati dal ritardo: «In assenza del decreto — si legge nel documento — l’applicazione dell’esonero avviene su indicazioni necessariamente parziali, con il rischio di future rettifiche e conguagli a carico delle amministrazioni».
Inoltre, la mancata definizione ufficiale della platea delle beneficiarie rischia di creare disparità rispetto alle intenzioni del legislatore e, soprattutto, sta determinando ritardi nell’erogazione del beneficio economico alle famiglie, con conseguenze sulla loro liquidità.
A complicare il quadro, la recente riattivazione da parte di NOIPA della funzione online per l’inserimento delle domande ha previsto per il 2025 l’accesso al beneficio solo alle madri con tre o più figli titolari di contratto a tempo indeterminato, mentre resta valida per il 2024 anche per le madri con due figli. Tutto ciò, però, in attesa dell’approvazione del decreto attuativo, che continua a mancare.
Per questo motivo, Confintesa FP chiede al Governo di procedere senza ulteriori indugi, definendo in modo puntuale platea, misura e modalità di monitoraggio dell’esonero, assicurando nel contempo il coordinamento tempestivo delle istruzioni operative con NOIPA, INPS e gli altri enti gestori. L’obiettivo è garantire uniformità applicativa e consentire alle lavoratrici di beneficiare immediatamente di quanto loro spettante.
«È necessario un intervento deciso e rapido — conclude Ratti — per tutelare il diritto delle famiglie a ricevere il supporto economico previsto dalla legge e garantire certezze operative agli uffici che devono gestirne l’applicazione».