Dogane e Monopoli, sindacati sul piede di guerra: “Riorganizzazione caotica, servono regole chiare”
Sale la tensione nell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. I Coordinamenti Nazionali dei principali sindacati di settore hanno inviato una nota ufficiale ai vertici dell’Amministrazione, chiedendo con forza un incontro urgente per fare chiarezza sul progetto di riorganizzazione in corso. In prima linea CONFINTESA FP, che per voce del Coordinatore nazionale Marco Bono denuncia con decisione “una gestione frammentaria e confusa, che rischia di penalizzare il personale e compromettere il buon funzionamento degli uffici”.
Se inizialmente il percorso sembrava improntato alla partecipazione e al confronto, grazie anche all’attivazione dell’organismo paritetico per l’innovazione, il clima è cambiato con la recente assegnazione unilaterale delle responsabilità al di sotto delle POER. Una scelta che ha suscitato forti perplessità tra le organizzazioni sindacali, sia per la mancanza di concertazione, sia perché riguarda incarichi retribuiti con risorse del fondo decentrato, per cui è previsto un accordo tra amministrazione e sindacati.
CONFINTESA FP, in particolare, ha sottolineato le criticità legate alla disparità di trattamento tra territori. “Non è accettabile che a parità di incarico ci siano sedi con funzionari retribuiti e altre con responsabili senza alcuna indennità — ribadisce Bono — Se il modello adottato in Emilia Romagna e Marche dovesse essere esteso a livello nazionale, avremmo un sistema ingestibile, con migliaia di Capi Sezione senza un inquadramento uniforme e una spesa fuori controllo”.
Anche dal punto di vista regolamentare non mancano le incongruenze. Il regolamento amministrativo dell’Agenzia prevede infatti che a capo delle Sezioni possano essere incaricati solo funzionari senza PO o POER, mentre nella proposta nazionale le due figure risultano invece previste.
Di fronte a questo scenario, CONFINTESA FP ha ribadito la necessità di “fermare subito questa deriva organizzativa e convocare un vero tavolo di confronto partecipato, aperto anche ai territori, per ridefinire insieme criteri equi e sostenibili per l’assegnazione degli incarichi e per le indennità di responsabilità”.
La richiesta dei sindacati è chiara: sospendere l’indagine conoscitiva avviata dalla Direzione territoriale e aprire il confronto entro il 12 maggio, pena la proclamazione dello stato di agitazione nazionale. “Siamo pronti a scendere in campo e a tutelare i diritti dei lavoratori con ogni mezzo necessario — conclude Marco Bono — La riorganizzazione è un obiettivo importante, ma non può essere realizzata a scapito della dignità professionale e delle tutele economiche del personale”.