PENSIONAMENTI “ANTICIPATI” CON IL DL 90/14

Pensioni-cosa-cambia-per-gli-statali_h_partbDopo il dl 90/14 i dipendenti pubblici potranno essere collocati a riposo d’ufficio già a 62 anni se sono stati raggiunti i requisiti per la pensione anticipata.

 Sarà pertanto più difficile raggiungere i requisiti per la pensione di vecchiaia, fissati in 66 anni e 3 mesi di età, qualora sia stato raggiunto il diritto alla pensione anticipata. L’articolo 1 del Dl 90/14 da facoltà di procedere al collocamento d’ufficio ai lavoratori che abbiano raggiunto i requisiti per la pensione anticipata (41 anni e 6 mesi per le donne e 42 anni e 6 mesi per gli uomini) all’età di 62 anni.

La legge prescrive che la decisione dovrà essere motivata da esigenze organizzative e senza pregiudizio per l’erogazione dei servizi. E chi conosce dal di dentro la PA sa bene che questa norma equivale a decisioni del tutto soggettive se non arbitrarie.

Questa norma segue l’articolo 2, comma 5, del Dl 101/2013 che specifica che l’amministrazione deve far cessare il rapporto di lavoro se il lavoratore ha conseguito, a qualsiasi titolo, i requisiti per il diritto a pensione. Dopo che il Dl 90/2014 ha abolito il trattenimento in servizio, fa eccezione solo il conseguimento della prima decorrenza utile della pensione. Pertanto sarà possibile superare il limite ordinamentale solo per far conseguire la pensione di vecchiaia quando l’interessato non ha maturato la pensione anticipata entro il 65 anno di età.

Sempre di meno, sempre con minor potere di acquisto per effetto del blocco dei Contratti, sempre con meno soldi al raggiungimento della pensione.

Condividi
Redazione
Segreteria

6 Risposte a “PENSIONAMENTI “ANTICIPATI” CON IL DL 90/14

  • mara
    10 anni fa

    Saranno pochi quelli toccati dal provvedimento, poichè il massimo degli anni di servizio da raggiungere sono tanti.
    Mi auguro che a costoro pagheranno subito la liquidazione e che non debbano aspettare 2 anni per averla.

  • Pensate alla GRANDE ingiustizia di chi, come mia moglie, pur avendo superato i 42 e 6 mesi di lavoro non potrà andare in pensione per il solo fatto di avere iniziato a lavorare troppo giovane e non avere ancora raggiunto i 61 anni di età.
    I politicanti “DISONESTI” hanno agevolato chi non ha mai lavorato o lavorato poco (vedi le pensioni baby o gli ammortizzatori sociali) e stangato chi ha lavorato di più. Siccome loro odiano chi lavora, abituati a guadagnare senza fare fatica, da fannulloni – Brunetta…. i fannulloni siete voi tutti, non i dipendenti pubblici – ecco che quando si svegliano pensano a come fare del male ai loro “sudditi”.
    politicanti e politici (con la complicità dei sindacati, venduti, avete rovinato l’Italia e gli italiani non ne possono quasi più. le rivoluzioni sono sempre iniziate nel momento che il popolo, esausto e stanco si è ritrovato senza pane..

  • massimo
    10 anni fa

    Stiamo pagando errori che vengono da lontano, dai tempi della nostra entrata in servizio,dalla fine degli anni 70, con il personale reclutato su base clientelare e non assolutamente motivato a servire la P.A.

  • maria petronzi
    10 anni fa

    concordo con il collega sono nella stessa condizione ed è veramente vergognoso che il sindacato non abbia fatto poco per tutelare i diritti acquisiti, mentre sono tutelati quelli di chi ci governa vedi vitalizio e pensioni d’oro.
    Un chiarimento al “Flash 2014 n. 13 se l’amministrazione può mandarmi in pensione anticipata il calcolo della pensione su che basi viene fatto? col misto o con il solo contributivo?

  • paolisso vito
    10 anni fa

    e’ una vergona………………………lavoratori dipendenti con 61 anni e mezzo e 39 anni di contributi…………non possono andare in pensione…………….contratti fermi da decenni……………..scatti di anzianita’ aboliti nel 1986-1987…………………non si puo’ vivere piu’…..aspettano la nostra morte…………..

    • maria concetta
      10 anni fa

      Già ci vogliono morti così non pagano nulla a nessuno ….. Però si gonfiano le loro tasche !!!!!!!!……..BALORDI !!!!!!! RIVOLUZIONE!!!!