TEMPO DI CRISI, TEMPO DI PROPOSTE (parte 1)

dualismoE’ evidente che, se una categoria subisce lo slittamento dei rinnovi contrattuali per sei anni e “non succede nulla”, ovvero non c’è alcuna protesta seria, che sia spontanea o guidata da un qualsiasi Sindacato, siamo davanti a una categoria debole.

Debole non solo perché i media e la politica la attaccano continuamente, debole principalmente perché i lavoratori che ne fanno parte sono sfiduciati e rassegnati, si sono rinchiusi in se stessi e cercano di risolvere i problemi attraverso conoscenze personali, il doppio lavoro abusivo, i prestiti dei parenti, senza mai esporsi concretamente nei confronti dell’Amministrazione o del Governo.

Questo anche perché sappiamo di essere, in massima parte, poco professionalizzati e quindi facilmente sostituibili. E questo sia per le scelte fatte sulla politica del personale di quasi tutte le Amministrazioni, con l’accordo delle tre grosse Confederazioni, e sia, sarebbe ipocrita non dirlo, perché il sistema dei passaggi facili (dove ci sono stati) è piaciuto a quasi tutti.

Un gradimento sancito e approvato dalle tornate elettorali per le elezioni delle RSU e dalla “conta delle iscrizioni sindacali” che si fanno periodicamente, quello dei passaggi facili, senza alcuna selezione o merito, basati solo su titoli e/o anzianità di servizio.

E’ piaciuto a quasi tutti, in sintesi, la politica dell’”uovo oggi”, senza pensare che se si mangiano tutte le uova, non nascono più galline e si muore di fame!

Infatti, dobbiamo prendere atto senza ipocrisia che i sistemi di riqualificazione non hanno raggiunto alcun risultato di eccellenza e non hanno consentito un concreto aumento della qualità e dell’efficacia del lavoro. Nella maggior parte dei casi è prevalsa l’esigenza di dare un peso eccessivo alla anzianità di servizio rispetto al possesso di titoli di studio e professionali invece che a prove selettive vere e proprie. E si è scatenata la guerra tra poveri.

La grande e, a tratti, isterica battaglia tra titoli e anzianità ha avuto origine dalla vergognosa staticità del trattamento economico riservato ai pubblici dipendenti che è assolutamente in dissonanza con quanto previsto nel settore privato dove, da sempre, istituti contrattuali, a parità di posizioni funzionali, regolano le progressioni economiche con scatti stipendiali addirittura biennali, legando l’anzianità professionale all’aggiornamento.

Noi invece abbiamo subìto scelte sbagliate, con la connivenza dei vertici politici che non hanno saputo dare le risposte legittime alle giuste aspettative dei lavoratori.

Chi aveva una forte anzianità di servizio credeva che solo questo dovesse valere, come fossero punti di un concorso a premi, ed ha aspettato il momento di passare alla cassa per il premio, confondendo il giusto aumento di stipendio derivato da un’anzianità di servizio con l’affidamento di mansioni superiori.

Chi aveva un titolo di studio credeva, a sua volta, che quello che ha studiato magari molti anni addietro valesse anch’esso come un punteggio di un concorso a premi per tutti gli anni a venire senza che questo fosse confermato da una reale prova della capacità di ricoprire una qualifica e di svolgere delle mansioni. In questo dualismo la vittima è stata di nuovo il merito e con esso la voglia di partecipare, favorendo le posizioni di rendita di qualunque natura.

Le nostre proposte nei Flash che seguiranno

Segretario Generale
Francesco Prudenzano

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Redazione
Segreteria

31 Risposte a “TEMPO DI CRISI, TEMPO DI PROPOSTE (parte 1)

  • patrizia
    11 anni fa

    Concordo con te lo sviluppo della carriera dovrebbe essere legato non solo alle conoscenze teoriche ma anche e forse soprattutto a quelle “pratiche”, e parla una che è entrata con la laurea, ma purtroppo credo che non ci sia la volontà reale di cambiare il sistema, perchè l’attuale è ormai collaudato, non per fare avanzare i migliori ma per contemperare tutti gli interessi in gioco sotto la falsa parvenza della “selezione”. Del resto sono convinta che per la Pubblica Amministrazione italiana non ci sia un rimedio, perchè qualunque soluzione venga adottata c’è già pronto il modo per aggirarla e favorire i soliti prescelti.

  • FRANCESCO
    11 anni fa

    Tanto per iniziare, avere un titolo di studio consente di partecipare a determinati concorsi per determinate qualifiche (requisiti per partecipare al concorso) e questo deve valere sia per l’interno che per l’esterno.Le prove selettive si fanno tra pari quindi l’anzianità vale come requisito per partecipare a det. concorsi per det. qualifiche, il titolo di studio (terza madia, diploma, laurea, specializzazione, abilitazione, ecc. ecc.,PREFERIBILMENTE CONSEGUITI TRA I BANCHI ED A TEMPO DEBITO)per partecipare ad altri concorsi per altre qualifiche.
    E’inutile girarci intorno.
    Altrimenti per vincere un concorso bastEREBBE essere canuti.

    • Questo è vero, ma è anche vero che il valore legale del titolo di studio nel 2013 è una “boiata pazzesca” di fantozziana memoria.
      Chi ha studiato di più è agevolato già di per se, non ha bisogno di un punteggio in più che aumenti la sua già elevata capacità personale.

  • Domenico
    11 anni fa

    Leggendo tutti questi commenti, ormai non ci resta che adeguarci. Ognuno si difenda da se, vedrete che il sindacato tra un po’ non ci sarà più se continua così ed aspetta alla finestra. I più furbi,forti ed aggressivi riusciranno a cavarsela, gli altri dovranno accontentarsi.
    Se non si può avere l’aumento di stipendio ci sarà la diminuzione di lavoro e l’opportunismo.
    Brutto a dirsi ma tanto la situazione è questa quindi basta ipocrisia, la difficoltà del nostro lavoro e combattere la guerriglia e questo è una sfida, ogni periodo storico ha una difficoltà.
    Consiglio per tutti invece di impegnare le proprie capacità per l’arretrato, fare bene il lavoro e cose del genere impegnatelo per “aggiustare” le cose che non vanno…

  • Mauro
    11 anni fa

    Di certo per le progressioni di carriera il “dualismo” tra anzianità di servizio e titoli non si pone per la I^ area, che seppur finalmente proposti per una riqualificazione nel contratto 2006-09 (ancora vigente !!), ad oggi hanno potuto fruirne nel comparto Ministeri solo a macchia di leopardo, xchè alcune amministrazioni si sono mosse in tempo, altre hanno recepito la sentenza TAR Lazio che annullava il veto della Funzione Pubblica sulla necessità di indire un concorso pubblico ed altre ancora, (Min. Sviluppo Economico) con l’ accorpamento di vari ministeri, hanno la paradossale situazione di avere personale di I^ area che è passato in II^ e altro (quello dell’ ex Comunicazioni) fermo al palo solo perchè in fase di determinazione del FUA la misera quota necessaria ai passaggi non viene determinata.
    Allo scrivente, che da Roma ha contattato in proposito le varie OO.SS. , non risultano iniziative da parte di questa: insieme ai colleghi interessati di tutta Italia, dopo aver raccolto la documentazione necessaria, si stà definendo un ricorso al Giudice del Lavoro.

    • Per notizia, noi a settembre partiremo con una iniziativa in tal senso per tutte le Amministrazioni

  • madmax
    11 anni fa

    Proposta per un sindacato ( qualsiasi)
    Nel mese di maggio i giornalisti del sole 24 ore ( non propriamente una cooperativa di agitatori) ha scioperato bloccando le attività del sole 24 contro un bonus elargito ad un componente del consiglio di amministrazione; se il giornale è in crisi, se si ricorre ai contratti di solidarietà ecc. non ha alcun senso premiare i dirigenti con denaro che potrebbe servire ad altro. I nostri sindacati del settore pubblico ( ministeriale in particolare saprebbero articolare e organizzare qualcosa del genere contro i premi per performance elargiti ai dirigenti ministeriali, o sono troppo occupati a scimmiottarli

    • I giornalisti sono una categoria forte e partecipano allo sciopero, oltre che vedere efficace la loro astensione dal lavoro.
      I nostri colleghi non scioperano e, anche se lo facessero, in massima parte non bloccherebbero proprio nulla.

      • mauro
        11 anni fa

        I lavoratori pubblici non partecipano più allo sciopero perchè la frammentazione sindacale, alias dualismo tra le diverse organizzazioni, ha reso insignificante il diritto di astensione. Gli stessi sindacati, ormai, temono questo strumento perchè è diventato l’unico vero mezzo per misurare il loro grado di rappresentatività. Ecco perchè le giornate di sciopero vengono fissate sempre e soltanto a ridosso dei fine settimana. Se a tutto questo aggiungiamo che l’Italia è l’unico Paese al mondo ad avere una legge organica che limita l’esercizio dello sciopero nei servizi pubblici essenziali…..Possiamo comprendere le cause del perchè la categoria dei Pubblici dipendenti non sciopera più.

  • mauro
    11 anni fa

    Per la prima volta mi trovo d’accordo con le considerazioni dell”UGL. Ciò posto, ritengo che la questione non è: “Anzianità, Titolo di Studio o Selezione per esamino fesso o reale”. Forse, dovremmo tutti leggere le numerose pronunce della Corte costituzionale in merito, a partire dalla Sentenza n. 1 del 1999. Dai commenti che leggo rilevo che nessuno ha le idee chiare sull’argomento. Per quanto mi riguarda, sono convinto che il sistema dell’efficientamento della P.A. passa in modo prevalente, se non adirittura escluscivo, attraverso il sistema della selezione che, come tutti sanno, è affidato in via esclusiva al meccanismo dei concorsi pubblici ex art. 97, co. 3 Cost.. Detto meccanismo non è più consono e conferente alle finalità di un’Amministrazione moderna poichè si basa su prove di tipo ottocentesco improntate esclusivamente sulla conosceza. Viene, infatti, trascurata completamente la competenza, anzi si finisce per confondere conoscenza e competenza.
    Il privato, invece, non fa questo tipo di valutzazioni perchè non ha i vincolo costituzionali da osservare e, di fatto, se ne fotte dell’anzianità, dei titoli di studio e degli esamini perchè valuta la capacità di raggiungere gli obiettivi e basta! l’Amministrzione non potrà mai “misurare” questa capacità perchè vincolata dal vecchio schema del concorso pubblico.

  • Maura
    11 anni fa

    Sono completamente d’accordo con quanto dice Prudenzano. Ed è davvero triste. Io sono stanca e senza più parole, dalle proteste dei lontani anni ’80 ( almeno si facevano) ad oggi,sempre peggio. Ora stò seduta a guardare, contenta di andare via, appena possibile.

  • Milena
    11 anni fa

    Milena
    01/08/2013

    In riferimento al terzo capoverso,
    ricordiamoci anche che i concorsi interni per i passaggi economici orizzontali non andavano espletati(vedi tutte le altre Amministrazioni e Enti), ma all’Inail come al solito si “mette sempre il carro davanti ai buoi”.Inoltre i vari Sindacati quando fanno le trattative sindacali, i contratti,quando scrivono i vari articoli, commi etc. etc siano più chiari e pensino soprattutto al bene dei dipendenti e non a sistemare i propri parenti,amici e le loro sedie personali.
    Infine, in riferimento agli ultimi capoversi,nessuno dice che
    doveva o deve valere solo l’anzianità di servizio o il solo diploma di studio . Giustamente le persone si devono aggiornare e formare in continuazione; ma nemmeno si può accantonare l’esperienza maturata negli anni di una persona come se niente fosse e quando a
    rrivano i “superistruiti”sembra siano arrivati i salvatori della patria anche se non sanno compilare neppure una ricevuta di ritorno
    o qualsiasi altra cosa. Ci vorrebbe un minimo di umiltà e riconoscenza nei confronti di chi ha portato avanti anche con impegno, attacamento all’Istituto,difficoltà e sacrifici la baracca fino alla loro assunzione, non possono pretendere di volere tutto e subito o perchè sono simpatici al Dirigente o sono di un determinato Sindacato

    • L’anzianità di servizio non è prova di esperienza, è solo dimostrazione del passaggio del tempo.
      La cosa si risolve non pesando i titoli e neppure l’anzianità. Con una bella prova selettiva seria che evidenzi chi è capace e chi no.

    • Sono pienamente d’accodo con Milena.
      I nuovi assunti, specialemnte i laureati, pensano che la laurea sia il loro biglietto da vistita che gli permette di salire su di un gradino superiore, senza rendersi conto che è il gradino inferiore che gli permetterà di imparare il lavoro che dovranno svolgere.
      Non condivido il valore che si dà alla parola ” ANZIANITA’che secondo me non è il passaggio del tempo, ma bensì la vera professionalità perchè acquisita nel tempo, sul campo e senza nessun corso per imparare ( parola che per i nuovi assunti non ha alcun valore ).
      Oggi basta la laurea per essere imparati, gli altri quelli che non ce l’hanno anche se fino ad oggi hanno portato avanti la baracca, sono i parassiti della pubblica amministrazione e sono quelli ai quali la vera professionalità = ( conoscenza dei servizi tutti) non deve essere riconosciuta, mentre i nuovi assunti, professionali perchè laureati, sono quelli che sanno lavorare bene, anche se poi di fatto non sanno distinguere un ricorso da una citazione o non sanno eseguire una sentenza civile con tutti i passaggi conseguenziali e quindi devono rivolgersi al gradino sottostante proprio a quello che ha più anzianità e principalmente più esperienza.
      Mi scuso,
      Ricordo inoltre che

      • Anzianità e titolo di studio non sono,nessuno dei due, titoli di preferenza.
        NESSUNO.
        Sia per l’uno che per l’altro tutto deve essere confermato con una prova selettiva.

  • PerVarious
    11 anni fa

    various perchè non ti laurei in informatica prima di rispondere

    • Io lo sono…. altrimenti non potevo scoprire che sei del Miur e lavori a Viale Trastevere 76 anche se ha mascherato la tua email e il tuo commento con un ID falso. E probabilmente sei anche un Dirigente di II Fascia art. 19 comma 6.

  • Maurizio
    11 anni fa

    Mi ricordo, nel 1995 circa, che era in fase finale il complesso passaggio delle competenze dalla ex Direzione Generale degli Istituti di Previdenza al costituendo INPDAP. Al Ministero ci fu un grosso lavoro da svolgere; venne fatto un apposito piano finalizzato al quale lavorarono alcune persone tra cui io. C’era da preparare tutti i documenti che sarebbero dovuti di lì a poco transitare all’INPDAP e separarli da quelli che dovevano, invece, rimamere al MEF. Questo per ciascun dipendente interessato. Dopo un po’ di giorni che lavoravo al piano, il mio dirigente mi chiama in separata sede e mi dice che devo rallentare la mole di lavoro dedicata al piano finalizzato in quanto – mi spiega – nel momento in cui si sarebbe dovuto confrontare con i sindacati per contrattare l’ammontare degli emolumenti accessori, lui si sarebbe trovato in difficoltà e si sarebbe dovuto giustificare del fatto che alcuni dipendenti avevano elaborato pochi documenti a fronte di un numero troppo elevato elaborato dal sottoscritto. Il risultato? Tutti i partecipanti al piano finalizzato INPDAP percepirono la stessa identica quota di trattamento accessorio. Lì capii che il pubblico impiego non avrebbe avuto un futuro; infatti ancora oggi è così: cioè funziona al contrario. Ma soprattutto, capii perché la gente tende a lavorare il meno possibile. “Cui prodest?”. Altro che meritocrazia. Noi siamo solo degli “stabilizzatori sociali” da mantenere in vita senza troppi scossoni perchè serviamo come banco di voti e a nient’altro. Ma di questo sono i politici i responsabili; non certo i dipendenti pubblici.

    • La sua storia è emblematica e rivelatrice dei problemi che abbiamo specialmente per colpa della Dirigenza pubblica che non si interessa del buon andamento dell’ufficio ma solo di non creare problemi di convivenza e evitare fastidi… La modalità di gestione della gran parte della Dirigenza è il principale male della PA

  • FRANCESCO
    11 anni fa

    CONDIVIDO IL PUNTO DI VISTA DI DOMENICO.PER QUANTO RIGUARDA, POI, LA QUESTIONE SE VALE PIù L’ANZIANITà O IL TITOLO DI STUDIO è OVVIO CHE, PER AMBIRE AD UNA QUALIFICA PER LA QUALE DALL’ESTERNO OCCORRE UN DETERMINATO TITOLO DI STUDIO, QUEST’ULTIMO PREVALGA SULL’ANZIANITà.SOLO IN QUESTO MODO SI PERSEGUE IL MERITO E LA PROFESSIONALITà.
    LO SANNO TUTTI COLORO I QUALI HANNO STUDIATO.

    • Non è sempre vero. Avere un titolo di studio non è una prova a priori di dimostrazione di merito. Meglio fare prove selettive e abolire il valore legale del titolo di studio. Tanto il fatto stesso che una persona ha studiato di più gli da un vantaggio concreto che altri non hanno.

  • salvatore
    11 anni fa

    senza polemica , di questo ne hanno usufruito per lo più tutti i sindacalisti, se vedi le graduatorie chi era ed è nel sindacato stranamente adesso è più avanti di qulcun altro che forse lo meritava di più.

    • I sindacalisti… dei sindacati che hanno sollecitato e approvato i contratti integrativi. Non faccia di tutta l’erba un fascio, faccia le dovute differenze.

  • luigi
    11 anni fa

    Ci sono diversi informatici in questa pubblica amministrazione, molti dei quali laureati: come mai si stà di fatto incentivando, da molti anni, un outsourcing selvaggio (e costossissimo) invece di utilizzare le risorse interne e valorizzarle? Perché si stà accentrando tutto sulla capitale a livello di CED e servizi annessi in una ottica folle che è in netto contrasto con una diffusione delle infrastrutture informatiche sul territorio? Perché concorsi e selezioni riguardano solo ed sclusivamebnte Roma per questo settore? E’ inutile scandalizzarsi ora, ciò è stato permesso e si stà di fatto impedendo la possibilità di avanzamento di carriera o di ricopriore incarichi più qualificanti a chi si trova nella periferia dell’amministrazione. Utilizzare e valorizzare le risorse interne, questo è il vero risparmio. Qui il sindacato deve battere i pugni sul tavolo o lo stato sprecherà più denaro in futuro di quanto sembra che se ne risparmi ora con questa politica.

    • Quello che lei dice è vero ma in molti casi la presenza di ditte esterne è ben vista dai colleghi che non hanno tutto ilpeso della responsabilità degli uffici informatici e possono tranquillamente lamentarsi.
      Forse non sarà il suo caso ma ho constatato di persona che spesso è cosi.

  • Voi tutti avete praticato una politica aberrante; avete sostenuto e voluto il posto ad oltranza (mai licenziare un dipendente pubblico, anche se non san fare un picchio o addirittura è un delinquente, di quelli che timbrano e vanno a spasso a fare i porci comodi), Avete sostenuto sindacalmente i dipendenti di livello A, B1 B2 (i custodi, gli addetti alla vigilanza ed alla accoglienza) perchè sono molti e molti sono i voti che in cambio ricevete, avete sostenuto le pretese dei C1, dei passaggi a C2, dei passaggi a C3 , addirittura avete permesso che alcuni passassero da C1 a C3 o avete permesso che si innalzasse lo stipendio ai C3 per ricompensarli per non avere avuto il passaggio a Soprintendenti….. ma i B3 li avete bistrattati, in special modo i B3 con una laurea ….. e mi parlate di professionalità? Non siete stati capaci in tutti questi anni a promuovere uno sciopero ad oltranza con la chiusura totale (estiva e durante le grandi festività) per imporre un CAMBIAMENTO, per imporre un aumento ed un adeguamento di stipendio (un nuovo contratto)ai vari governi di inetti che abbiamo sopportato…. ma andate ad impiccarvi tutti.

    • Io farei dei distinguo… Non tutti lo hanno fatto ma la maggior parte dei sindacati appoggiato dalla stragrande maggioranza dei dipendenti attraverso adesioni e voti. Quindi chi è causa del suo mal pianga se stesso.

  • Domenico
    11 anni fa

    Basterebbe almeno far rispettare le attuali norme e regolamenti. Spesso, specie negli uffici periferici non viene applicato il contrattato integrativo per quel che riguarda l’assegnazione degli attività mischiando sia i profili e considerando l’area terza come se fosse l’area seconda, entrambe rispettabilissime ma peculiarità di accesso e compiti diverse.
    Ricordando il principio costituzionale che gli uffici pubblici devono essere organizzati in base alla legge questo atteggiamento è paradossale.
    Solo la magistratura può ormai sanare queste situazioni, è ormai si deve ricorrere personalmente al giudice, il sindacato latita in queste situazioni. Personalmente quando anche io ricorrerò al giudice per veder rispettati i miei diritti vedrò l’atteggiamento del sindacato, se sarà un supporto di facciata come mi aspetto non esiterò e rimettere la delega ed investire la cifra risparmiata nell’azione legale.

  • Aquila
    11 anni fa

    Dopo lo sfascio della PA ci si accorge di quale danno ha provocato connivenza politica e sindacale.

    • Non sindacale ma alcuni sindacati, quelli a cui l’80% del personale ha comunque continuato ad aderire e a votare. Di chi è quindi la responsabilità? Di alcuni sindacati ma anche di chi li vota e ci si iscrive. Perchè fare battaglie di principio in pubblico e farsi gli affari propri in privato è uno sport diffuso tra la stragrande maggioranza degli impiegati pubblici. E questo è quello che hanno meritato.

  • laura montinari
    11 anni fa

    IO SONO STATA RIQUALIFICATA E IL MIO DEMANSIONAMENTO E’ CONTINUATO, IL CORSO DI ASSISTENTE INFORMATICO NON ME LO HANNO FATTO FARE, E NESSUN SINDACATO A FATTO NIENTE, SONO STATA AGGREDITA DA UN COLLEGA SUL POSTO DI LAVORO COME RSU SURMI E NESSUNO HA FATTO NIENTE. HO LA FIBROMIALGIA PER COLPA DI CHELLA GIANPAOLO DELLA PREFETTURA DI LA SPEZIA, E NESSUNO FA NIENTE. SONO MOBBIZZATA E NESSUNO FA NIENTE. VI HO CONTATTATO E VE NE SIETE STRAFREGATI. POI DITE CHE IL DIPENDENTE NON HA FIDUCIA, MA CHE FIDUCIA BISOGNA AVERE ??? IO VENGO MOBBIZZATA PERCHE’ NONOSTANTE LA MALATTIA SMALTISCO L’ARRETRATO. SONO PUNITA PERCHE’ LAVORO. STO RISCHIANDO IL POSTO DI LAVORO PER LE MALATTIE E NESSUN SINDACATO E’ DISPOSTO A PROCURARMI UN AVVOCATO CHE MI TUTELI LA SALUTE SUL POSTO DI LAVORO E LA MANSIONE.
    SE MI VOLETE CONTATTARE E NON FARE COME GLI ALTRI SINDACATI : laura.spezia@libero.it