LA LEGGE DI STABILITA’ IN BREVE

Riassunto quasi acritico delle principali norme contenute nella nuova legge finanziaria

Oltre alle legittime critiche e prese di posizione sulle norme che penalizzano il Pubblico Impiego, pensiamo sia utile fare un breve riassunto di tutto quanto previsto dalla Legge di stabilità poiché, oltre ad essere degli impiegati pubblici, siamo anche dei cittadini che partecipano alla vita del paese e, come tali, devono essere mediamente informati.
La legge di Stabilità dovrebbe raccogliere circa 13 miliardi e, tra le principali misure, aumento di un punto l’Iva dal mese di luglio del 2013, taglia di un punto le aliquote Irpef sui redditi più bassi, finanzia le spese indifferibili, introduce agevolazioni fiscali per la produttività oltre a tutelare una ulteriore fetta di esodati.

Secondo il governo, la manovra di bilancio non modifica i saldi di finanza pubblica ed è coerente con l’obiettivo del pareggio di bilancio strutturale nel 2013.

 LA COPERTURA FINANZIARIA

Limitando l’analisi al solo 2013, dal lato delle minori uscite le principali fonti di copertura sono:

  • i tagli ai trasferimenti di Regioni ed enti locali (2,2 miliardi) e al fondo sanitario nazionale (600 milioni);
  • la riduzione del Fondo per gli interventi strutturali di politica economica (631,7 milioni);
  • i tagli ai progetti speciali degli enti previdenziali (300 milioni).

Dal lato delle maggiori entrate spiccano:

  • la stretta su deduzioni e detrazioni (poco più di 2 miliardi);
  • la stabilizzazione delle accise su gasolio e benzina per il sisma in Emilia Romagna (quasi un miliardo);
  • la tassa sulle transazioni finanziarie (1,1 miliardi);
  • la minore deducibilità delle auto aziendali (453 milioni);
  • la tassazione delle riserve per le compagnie di assicurazione (623 milioni);
  • il differimento dei termini per il riconoscimento dei maggiori valori dovuti al riallineamento fiscale da parte delle banche (200 milioni).

Sul fronte degli impieghi, le principali voci sono:

  • l’aumento di un punto anziché di due dell’Iva (3,28 miliardi);
  • la riduzione dell’Irpef sui redditi fino a 28.000 euro (4,27 miliardi);
  • le agevolazioni fiscali sulla produttività (1,2 miliardi);
  • gli esodati (100 milioni);
  • il fondo per interventi urgenti a favore di università, famiglie, giovani e le zone terremotate de L’Aquila (900 milioni).

 IVA SALE  DI UN PUNTO. CALA IRPEF SU REDDITI BASSI

Le aliquote Iva del 10 e del 21% saliranno dal primo luglio del 2013 di un punto percentuale.

Il costo per il contribuente ammonta a 3,28 miliardi nel 2013 e a 6,56 nel 2014.

Le aliquote Irpef sui primi due scaglioni di reddito (da zero a 15.000 e da 15.000 a 28.000 euro) scenderanno dal 23 al 22% e dal 27 al 26%.

Il minor gettito, secondo le bozze della relazione tecnica, dovrebbe avere un valore di 4,27 miliardi nel 2013 e di 6,63 miliardi nel 2014.

Palazzo Chigi giustifica la manovra fiscale con l’obiettivo di “introdurre un importante elemento di equità nella revisione della tassazione sui redditi e agevolare i consumi delle famiglie”.

Spostare il prelievo fiscale dalle imposte dirette a quelle indirette dovrebbe anche ridurre i prezzi delle esportazioni e aumentare i prezzi delle importazioni, migliorando la bilancia commerciale.

 ALLA PRODUTTIVITA’ 1,2 MLD IN 2013, 400 MLN IN 2014

La Legge di stabilità proroga dal primo gennaio al 31 dicembre 2013 le “misure sperimentali per l’incremento della produttività del lavoro”.

Sarà un decreto del presidente del Consiglio a stabilire modalità di attuazione e caratteristiche dell’agevolazione (non necessariamente la detassazione al 10% in vigore nel 2012).

Tuttavia, se il decreto non verrà emanato entro il 15 gennaio 2013 e “il Governo non promuove un’apposita iniziativa legislativa” per destinare le risorse ad altri scopi, “esse sono destinate al miglioramento dei saldi di finanza pubblica”.

 

LE SPESE INDIFFERIBILI

La Legge di stabilità destina 100 milioni per tutelare una nuova fetta di esodati, i lavoratori che hanno accettato di lasciare l’azienda con la promessa di andare in pensione entro pochi anni ma che, dopo la riforma previdenziale di dicembre, rischiano di trovarsi senza lavoro né assegno.

Previsti 1,25 miliardi in quattro anni per il Mose di Venezia.

Alla Tav vanno 60 milioni nel 2013, 100 nel 2014 e 530 nel 2015.

In ciascuno degli anni dal 2013 al 2022 il governo autorizza una spesa di 295 milioni per finanziare il contributo italiano alla ricostituzione delle risorse dei Fondi multilaterali di sviluppo e del Fondo globale per l’ambiente.

Altri 300 milioni nel 2013 vanno a finanziare Rete ferroviaria italiana per gli interventi di manutenzione. Gli investimenti sulla rete ferroviaria potranno contare su 600 milioni nel 2013 e 50 milioni sia nel 2014 che nel 2015.

L’Anas si vede riconoscere 300 milioni per la manutenzione delle strade.

Il Fondo per lo sviluppo e la coesione viene rimpinguato con 300 milioni per far fronte alle penalità contrattuali derivanti dalla mancata attuazione del Ponte sullo stretto di Messina.

 LA TOBIN TAX

La tassa sulle transazioni finanziarie assume la forma di un prelievo pari allo 0,05% sulle compravendite di azioni, derivati e “strumenti finanziari partecipativi”. Sarà un decreto del Tesoro a definire le “modalità di applicazione” dell’imposta, chiarendo quali tipologie di attività finanziarie saranno escluse oltre ai titoli di Stato.

L’imposta dovrebbe assicurare dal 2013 un gettito di 1,088 miliardi l’anno, scrive il governo nelle bozze della relazione tecnica ipotizzando, in via prudenziale, “un coefficiente di riduzione del 30% per ciò che riguarda le compravendite azionarie e, in misura più marcata, dell’80% per i prodotti derivati”.

 STRETTA SU DETRAZIONI E DEDUZIONI

Per i redditi superiori a 15.000 euro sale da 129,11 a 250 euro la franchigia sulla maggior parte delle detrazioni e deduzioni.

Viene inoltre introdotto un tetto di 3.000 euro agli oneri detraibili, con l’esclusione delle spese sanitarie.

L’intervento va a ridurre la quota “scaricabile” sul fisco di numerose spese:

  • assegni al coniuge;
  • donazioni; interessi passivi sui mutui;
  • costi sostenuti per corsi di istruzione superiore e universitaria; premi per assicurazioni sulla vita;
  • erogazioni a Stato, Enti territoriali, Fondazioni.

“In deroga” allo Statuto del contribuente, il nuovo regime si applica retroattivamente “a decorrere dal periodo di imposta in corso al 31 dicembre 2012”.

Gettito atteso: 2,01 miliardi nel 2013 e 1,16 miliardi nel 2014.

 IL CONTRIBUTO DI BANCHE E ASSICURAZIONI 

Nuovo giro di vite sulla deducibilità delle auto aziendali, che scende dal 27 al 20%.

Cambia la manovra di dicembre nella parte che ha consentito alle banche di riallineare i valori contabili di marchi e avviamenti pagando un’imposta sostitutiva.

La Legge di stabilità sposta di cinque anni i benefici fiscali dell’operazione e impone alle banche di versare nel 2013 l’imposta sostitutiva anziché in tre rate tra 2013 e 2014.

Il beneficio per lo Stato dovrebbe essere pari a 200 milioni nel 2013, 806 milioni nel 2014 e 503 milioni nel 2015.

 I TAGLI ALLA SPESA CORRENTE

Palazzo Chigi promette che la seconda fase della spending review produrrà 3,5 miliardi di risparmi a regime.

Dal 2014 gli enti territoriali e quelli del servizio sanitario nazionale non potranno più acquistare immobili se non documentandone l’indispensabilità e l’indilazionabilità.

Fino al 31 dicembre 2014 le amministrazioni pubbliche non potranno acquistare autovetture né stipulare contratti di leasing su autovetture. Le procedure di acquisto iniziate dal 9 ottobre 2012 sono revocate.

Per mobili e arredi le spese non potranno superare il 20% di quanto sostenuto nel 2011, pena responsabilità amministrativa e disciplinare dei dirigenti.

Per ridurre il costo delle intercettazioni, la Legge di stabilità introduce un “canone annuo forfettario”, determinato “anche in considerazione del numero e della tipologia delle prestazioni complessivamente effettuate nell’anno precedente”.

Parte l’operazione “cieli bui”: un decreto della presidenza del Consiglio stabilirà gli standard tecnici per ridurre l’utilizzo delle fonti di illuminazione.

Dal prossimo anno scolastico i docenti delle scuole medie e superiori lavoreranno 6 ore a settimana in più (da 18 a 24), in cambio di due settimane di ferie in più all’anno.

 DA 2013 2,2 MLD DI NUOVI TAGLI A REGIONI, COMUNI E PROVINCE

Le Regioni a statuto ordinario si vedono aumentare i tagli già previsti dalla spending review di 1 miliardo sia nel 2013 che nel 2014.

Le Regioni a statuto speciale dovranno rinunciare ad altri 500 milioni l’anno.

A parziale compensazione, la Legge di stabilità istituisce un fondo per il trasporto pubblico locale alimentato con la compartecipazione al gettito delle accise su gasolio e benzina.

Le risorse previste ammontano a 465 milioni nel 2013, 443 milioni nel 2014 e 507 milioni dal 2015.

I tagli ai comuni aumentano di 500 milioni, quelli alle province di 200 milioni.

 FONDO SANITARIO RIDOTTO DI UN ALTRO MILIARDO DAL 2014

Attraverso una nuova stretta all’acquisto di beni e servizi da parte di Asl e ospedali e una riduzione del tetto di spesa per i dispositivi medici, il governo riduce di ulteriori 600 milioni nel 2013 e di un miliardo dal 2014 la dotazione del fondo sanitario nazionale.

Il taglio si somma alla riduzione per 1,8 miliardi nel 2013 e 2 miliardi dal 2014 prevista dalla spending review di questa estate.

Non solo.

Per garantire i risparmi, il disegno di legge stabilisce che una somma pari ai tagli sia accantonata annualmente “a valere sulle quote di compartecipazione ai tributi erariali” fino all’emanazione delle “norme di attuazione” da parte delle Regioni che sicuramente comporterà un aumento delle addizionali a carico dei cittadini.

 

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Redazione
Segreteria

4 Risposte a “LA LEGGE DI STABILITA’ IN BREVE

  • Cesco da Lucenza Barone!
    11 anni fa

    I Rappresentanti del Potere hanno necessità dello Stipendio in contanti? Se trasformassimo il loro emolumento generato dal Servizio che rendono al Paese in “vale”? Ogni parlamentare ha diritto ad un “vale” alla fine della Legislatura se ha “conseguito” gli obiettivi per i quali è stato eletto. In caso negativo i suoi “vale” tornano nelle Casse dello Stato. Il “vale” potrebbe essere un BOT, un CCT, BPinfruttiferi di valore determinato ma le spese sarebbero non in contanti. Forse potrebbe essere un deterrente per presentarsi candidato a mangiare e non “amministrare”. I Contanti, i “piccioli” servono ai poveri, per comprare la spesa: il pane, la frutta, forse la carne, la pasta, il riso, chi supera la soglia minima, forse il caffè e lo zucchero, anche il latte è un genere di “!/2″lusso……

    • aieie
      11 anni fa

      E’ che ci avvicineremmo in maniera pericolosa agli standard di alcune aziende americane dove parte del compenso viene corrisposto in azioni dell’azienda stessa: interesse comune nel raggiungimento degli obiettivi. Non sarebbe male applicarlo a tutti i dirigenti, ma qui da noi si sa come andrebbe a finire

  • salvatore 52 (ex quota 96)
    11 anni fa

    FORZA GRILLO!!!!!
    Salvatore 52 (ex quota 96)

  • PATRIZIA VERZANI DIFESA
    11 anni fa

    CHEW SCHIFOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO