IL RINNOVO DEL CONTRATTO DEL PUBBLICO IMPIEGO PROBLEMI SEMPRE PIU GRAVI MA LE SOLITE LITURGIE

genteDalla privatizzazione del 1995 in poi è andata sempre peggio. Una strada sempre più in salita, nell’indifferenza imbarazzante della politica che decide, e qualche strumentalizzazione di comodo dell’opposizione di turno. Il ruolo del sindacato doveva iniziare a cambiare da allora, ma le voci fuori dal coro sono sempre state molto poche, ridicolizzate o demonizzate, a secondo i momenti, e la gran parte del popolo del pubblico impiego si è cullato nell’idea che dovesse essere qualcun altro compreso il sindacato, a dover risolvere il problema.

Qui occorre fare chiarezza: la delega sindacale serve per l’attività vertenziale “in rappresentanza” dei lavoratori, non “in assenza” dei lavoratori. Ovvero, nelle questioni di grande rilevanza per cui il nostro “datore di lavoro” compie atti che vanno in barba anche ai più elementari principi del buon senso (vedi la proposta dei 10 euro lordi), non basta la sola funzione di rappresentanza ma serve la partecipazione attiva anche dei rappresentati.

Una logica semplice, non occorre scomodare il movimento sindacale dei cantieri di Danzica, dove è nato Solidarność, basta capire che il problema si risolve partecipando, non aspettando e neppure facendo il tifo. Un po’ come è successo per i dirigenti del MEF, che in un pomeriggio grigio di ottobre, visto in anteprima il taglio del loro salario accessorio nella legge di stabilita 2016, hanno posato la penna e se ne sono andati. Risultato: quel taglio, per ora, è scomparso!

La responsabilità di questa inefficacia è anche della gran parte dei sindacati, che neppure hanno provato a cambiare marcia e proporre, se non pretendere, la partecipazione attiva dei lavoratori ma hanno continuato a seguire la solita vecchia liturgia “anni ’80” senza rendersi conto che siamo ad una distanza siderale da quei momenti.

E così, gli stati maggiori dei grossi sindacati ha indetto una manifestazione per il 28 novembre prossimo, che dovrebbe essere la premessa per uno sciopero di tutti gli impiegati pubblici.

Il 28 novembre, guarda caso sabato, vedremo un bel po’ di famiglie venire a Roma con il viaggio pagato e la colazione al sacco, di cui solo una parte saranno realmente pubblici dipendenti, formalmente per manifestare, sostanzialmente a fare una gita a basso costo. Questo lo sanno i sindacalisti, ma lo sa anche il Governo. Ed allora perché fare tutto questo?

Non è nostra intenzione fare una critica alle grosse Organizzazioni sindacali, piuttosto a tutto lo scenario rappresentato (governo-sindacati) che si ostina a mantenere in piedi forme di 30 anni fa, che non hanno più efficacia. Una rappresentazione in cui, coloro che dovrebbero fare gli attori, sono in platea pensando che alla fine dello spettacolo (chissà mai per quale motivo) gli verrà riconosciuto il giusto o poco meno.

E’ evidente che non sarà così, che lo sciopero, semmai arriverà, sarà “poco partecipato” perché inefficace quanto le manifestazioni e le riunioni con il Governo nella Sala Verde, o all’Aran nella sala Nenni.

Senza un cambio di rotta nel comportamento, senza una partecipazione attiva, anche ruvida, non si potrà portare a casa un risultato concreto.

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Redazione
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